domenica 13 maggio 2018

LA NUTRIZIONE NEL SISTEMA UNICO DELL'ATLETA

La NUTRIZIONE nel "Sistema unico" dell'atleta

Nella vita, come nello sport, oggi si è più consapevoli della forte interdipendenza tra corpo e mente. Il fattore mentale partecipa attivamente ai successi umani, confezionando storie incredibili di grandi campioni come di gente comune. Eppure, nel ventunesimo secolo, la teoria non corrisponde sempre alla pratica.

"È intelligente ma non si applica": una frase ripetuta mille volte dagli insegnanti ai colloqui scolastici, mentre i genitori si accartocciano sulla sedia, annuendo rassegnati. Nello sport la storia non cambia: "un grande talento, testa sbagliata", oppure "se solo si applicasse con uno spirito diverso", e ancora "è un campione mancato". Ma perché ciò accade? Perché nonostante la crescente importanza del fantomatico "fattore mentale", non si è ancora diffusa la consapevolezza e la pratica di un "Allenamento totale" che vada a considerare l'atleta come l'unione di corpo e mente, spirito e carne, testa e cuore. Insomma, un "sistema unico". E la prova di questa arretratezza mentale e di approccio, viene evidenziata dal fatto che tutt'oggi si trascurano quei fattori mentali che gli atleti stessi considerano predominanti per avere successo, in favore di una focalizzazione esclusivamente fisica.
Come in tutte le cose, la carta vincente è l'equilibrio, che va ricercato attraverso una visione olistica e completa dell'atleta, che è sangue, muscoli, metabolismo, fegato e intestino; è un sistema unico e complesso, in cui tutto è interdipendente, ogni cosa è collegata in maniera straordinaria.
In quest'ottica, la materia più sottovaluta in assoluto è la NUTRIZIONE. Sconvolgente, no? Viene snaturata proprio la disciplina base, la terra che supporta l'intero sistema unico, innanzitutto dal punto di vista funzionale ed energetico. La mente, per essere ben allenata, deve essere ben nutrita, e solo se è ben nutrita può essere in grado di migliorare le prestazioni fisiche.

Siamo ciò che mangiamo, si dice. Non c'è ninete di più vero. Ma lo stress, le intolleranze, le carenze nutrizionali, giocano un ruole predominante. Ogni alimento ha un effetto sul nostro corpo e sulla nostra mente, e una condotta superficiale rispetto alla sfera nutrizionale può portare dei danni notevoli nel lungo periodo: carriere brevi, il più delle volte costellate da infortuni, momenti di crisi e insuccessi... tutte conseguenze facilmente evitabili con un pizzico di consapevolezza in più. Un fegato intossicato non porta problemi oggi, o domani, ma state certi che più avanti si farà sentire in allergie, problematiche articolari, muscolari e senza dubbio mentali, facilitando quindi infortuni e processi infiammatori. Curate il vostro fegato, prendetevene cura, perché chi più di lui rappresenta l'unione perfetta tra il corpo e la mente? Crea la potenza, l'energia psicofisica, è il migliore amico della nostra salute. E che dire dell'intestino? Se lo chiamano "il secondo cervello", un motivo ci sarà. Spesso gli atleti si presentano agli allenamenti stanchi ancora prima di cominciare, demotivati, annebbiati. Alla fine, dopo mesi e mesi di ricerche e analisi, si scopre un'intolleranza alimentare, oppure una gestione energetica scorretta così come una nutrizione squilibrata o completamente inadeguata.

Nelle squadre atletiche il più delle volte si assegnano diete generali, valide per tutti. Vengono distribuiti gli stessi integratori, a volte con le stesse dosi. Come se ogni atleta fosse uguale e avesse le stesse esigenze del proprio compagno di squadra. Ancora oggi si commette la grave leggerezza di generalizzare, di sottovalutare il potere della nutrizione. Sappiamo di essere una macchina perfetta, un sistema unico, ma non ci comportiamo come se lo sapessimo.
Invece è fondamentale ricordare che ognuno è un piccolo sistema unico, un essere a sé, con le proprie origini, la proria dimensione ambientale, sociale, fisica ed emotiva, insieme allo sport personalmente praticato, i proprio limiti e gli obiettivi prefissati.
La preparazione fisica non è meno importante di quella mentale e di conseguenza di quella nutrizionale. Tuttavia un piano nutrizionale diventa efficace solo se personalizzato, se dinamico, se supportato da tante variazioni che si incontreranno lungo il percorso.
Il nostro sistema è unico, è uno, ed è perfetto, quindi prendiamocene cura. Affidatevi sempre e solo a veri professionisti. Perché è della vostra salute che si tratta.

- Ginevra Montanari -
Editor della pagina

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domenica 22 aprile 2018

TIRA SU LA KETTLEBELL!

TIRA SU LA KETTLEBELL!

Dovunque ci si giri, si vedono kettlebell, in palestra, nei club, nei negozi di articoli sportivi, nelle riviste di settore e non. Di tutti i tipi, dai modelli hightech a quelli disadorni da competizione, ne siamo ormai circondati ovunque.
E' certamente un trend del momento anche se la rincorsa al successo è iniziata molto tempo fa, nei club newyorkesi degli anni Ottanta. Sembra che già un paio di secoli prima i kettlebell venissero utilizzati dall'esercito russo come attrezzi da allenamento. Oggi sono invece strumenti per chi aspira ad un cambiamento radicale del proprio corpo, e non solo esteticamente ma anche dal punto di vista della resistenza e della reattività.
Negli ultimi anni infatti, sono stati molti gli atleti o i semplici appassionati di kettlebell, nell'industri del fitness, che in questo modo hanno reso virale la loro diffusione in questo campo.
Il perchè è molto semplice e può essere riassunto in una parola: RISULTATI.
L'allenamento con questi strumenti ha un impatto diretto con le capacità fisiche del soggetto, dando la possibilità di superare i propri limiti in tutti gli esercizi o sport, e facendo in modo che si avanzi dal punto di vista muscolare grazie allo stimolo delle fibre muscolari da differenti angolazioni.
Ma i benefici dell'allenamento con i kettlebell non sono generici: gli esercizi possono essere indirizzati a obiettivi specifici come l'incremento della massa muscolare, eseguiti a circuito per incrementare la resistenza e per dimagrire, nonchè per la riabilitazione muscolare.
Infine bisogna ricordare che la tecnica è determinante per evitare infortuni. Va da se, che se si sceglie di utilizzare questo attrezzo bisogna trovarsi un bravo insegnante che instradi sull'esecuzione degli esercizi-base prima di passare all'autogestione nel giro di qualche mese di allenamento.

1 ESERCIZIO CON I KETTLEBELL CHE NON DEVE MANCARE
1) Strappo con kettlebell: poggia un kettlebell sul pavimento davanti a te, posizionati in pedi con le gambe leggermente più larghe del bacino. Piegati leggermente in avanti ad afferrare con la destra la kettlebell mentre il braccio sinistro aiuta a mantenere l'equilibrio. Con una spinta esplosiva, contrai i glutei e porta in avanti il bacino per sollevare il peso, mentre il gomito rimane alto rispetto al polso. Arrivato all'altezza della spalla, ruota il gomito così da portare il peso fra braccio e spalla, assicurandoti che salga passando appena sopra la spalla e ti ritroverai con il polso rivolto in alto. Fletti leggermente le ginocchia prima di distendere il braccio e di spingere il kettlebell sopra la testa. Rimani in questa posizione per un paio di secondi e poi rifai il movimento completo al contrario.

- Fabrizio Leone -
Fisioterapista, Personal Trainer, Docente NonSoloFitness

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lunedì 9 aprile 2018

IL MALATO IMMAGINARIO

IL MALATO IMMAGINARIO

Basta poco per mettere in agitazione il "malato immaginario". Un colpo di tosse viene associato al tumore del polmone, la perdita di peso accompagnata da un lieve pallore, è sicuramente sintomo di leucemia fulminante e, nei casi più seri basta guardare una trasmissione di salute alla televisione per convincersi di avere qualcosa di molto grave.
Il disturbo d'ansia di malattia, definito comunemente ipocondria è la paura eccessiva di avere già, o di poter sviluppare, una malattia. E il più delle volte si teme una malattia grave, a lungo termine e con un decorso invalidante. Chi soffre di questo disturbo non teme tanto la morte imminente, quanto le malattie terminali.
Esistono due tipi di ipocondriaci, c'è quello che tortura il proprio medico per farsi prescrivere esami su esami, mai contento degli esiti positivi che ottiene, e chi si comporta invece al contrario, ovvero persone che sono così terrorizzate di scoprire di essere ammalate che preferiscono non saperlo. In questo modo evitano tutto ciò che può diagnosticare una malattia.
L'ipocondriaco tende a chiudersi in se stesso e a impiegare tutte le sue enrgie a cercare una spiegazione, e una soluzione, ai suoi sintomi fisici.In questo modo finisce con il trascurare il lavoro, gli hobby, le relazioni sociali. Nei casi più gravi può arrivare a comportari come se fosse malato per davvero. Si arriva a passare da un medico ad un altro.
Dato che non si pensa proprio di avere un problema psicologico in queste situazioni, il più delle volte l'ipocondriaco non va dallo specialista giusto. Chi invece accetta di parlare con uno psicologo o uno psichiatra è a metà strada verso la guarigione. La psicoterapia cognitivo-comportamentale, talvolta affiancata da terapie antidepressive, dalla meditazione o da prodotti naturali, è la via più efficace per affrontare il problema. La psicoterapia infatti aiuta a interrompere le ricerche ansiose sul proprio stato di salute, che tanto danno solo un sollievo momentaneo, e insegna a convivere con l'incertezza.

- Fabrizio Leone -
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COMBATTERE IL MAL DI SCHIENA

COMBATTERE IL MAL DI SCHIENA
Eccessiva sedentarietà e sovrappeso, posture scorrette mantenute troppo a lungo, movimenti violenti e improvvisi, traumi sportivi, sforzi fisici come il sollevamento di carichi eccessivi: a farne le spese il più delle volte è la colonna vertebrale che manifesta il suo stato di sofferenza con quello che comunemente chiamiamo mal di schiena localizzato il più delle volte nell'area inferiore e superiore della schiena stessa.
LOMBALGIA
E' genericamente un dolore spontaneo accompagnato da contrattura, localizzato al livello del rachide lombare. Può comparire lentamente oppure in modo improvviso e acuto in seguito a uno sforzo o a un movimento scorretto anche banale, come piegarsi in avanti per raccogliere qualcosa da terra (il cosiddetto colpo della strega). Nella forma acuta il dolore può essere molto forte, e aumenta anche con un leggero movimento come un colpo di tosse o uno starnuto. La sindrome colpisce prevalentemente in età adulta e non di rado dipende da alterazioni discali del rachide lombare, con sintomatologia limitata a questa regione della colonna vertebrale. In caso di lombalgia acuta, trova indicazione come trattamento di prima istanza, l'assunzione di farmaci quali antinfiammatori e antidolorifici, in seguito si potrà intervenire con tecniche di manipolazione quali fisioterapia e massaggi.
CERVICALGIA
Dopo il dolore lombare quello cervicale rappresenta la patologia più frequente tra quelle che interessano la colonna vertebrale. Si tratta di un disturbo muscoloscheletrico del tratto cervicale della colonna e che nella maggior parte dei casi è causato da alterazioni locali imputabili a vari motivi, come forme reumatiche o  artrosi cervicale che provocano uno stato infiammatorio e, nel caso dell'artrosi, anche degenerativo delle vertebre del collo. Tra i sintomi principali, il dolore, che nella forma acuta è caratterizzato da una sofferenza improvvisa e violenta, che impedisce di muovere la testa. Questa cervicalgia può essere associata a nausea, vertigini e acufeni. Il dolore cronico e continuo, invece, di solito si ripresenta ciclicamente e la sua intensità può variare da lieve, ma persistente, a molto intensa. Dalla zona della colonna cervicale può irradiarsi lungo le braccia e, in alcuni casi, fino alle mani. Se la cervicalgia cronica è dovuta all'artrosi cervicale, può comportare forti mal di testa e rumori articolari (come scatti o schiocchi), accompagnati da contratture muscolari inconsce. Generalmente il primo approccio terapeutico prevede un ciclo di antinfiammatori per un periodo di 1-2 settimane volto ad abbassare la soglia di dolore, al termine del quale generalmente si integra il trattamento con una prescrizione fisioterapica.
ERNIA DEL DISCO
Questa patologia relativamente comune della colonna vertebrale è la conseguenza dello spostamento, di un disco intervertebrale. A seguito di questa dislocazione, il rivestimento esterno del disco (anello) si rompe e una piccola porzione del nucleo polposo interno fuoriesce dalla propria sede. Ciò comporta la compressione del midollo spinale e dei nervi che da esso si dipartono (come il nervo sciatico), con la conseguente insorgenza di un dolore intenso, intorpidimento o debolezza della schiena. Assai di frequente l'ernia è associata a una pregressa degenerazione dei dischi intervertebrali dovuti all'età. Con il passare degli anni, infatti, questi perdono flessibilità, diventano fragili e rischiano di lacerarsi facilmente. Ma l'affezione può manifestarsi anche a causa di un'eccessiva attività fisica o di traumi meccanici (ad esempio il sollevamento di un peso eccessivo). Nella maggior parte dei casi, l'esame fisico è già sufficiente per fare una diagnosi di ernia del disco. Ma per confermare la diagnosi e accertare quali sono i nervi interessati, potrebbe essere necessario ricorrere anche a esami radiografici, Tac o risonanza magnetica. Nella maggioranza dei casi i sintomi migliorano dopo già uno o due mesi di trattamento conservativo, basato su riposo a letto, assunzione di analgesici, antinfiammatori e miorilassanti, cicli di fisioterapia, osteopatia o ginnastica posturale, massaggi, ossigeno-ozono terapia, fino all'intervento chirurgico per la rimozione dell'ernia nei casi più gravi.

- Fabrizio Leone -
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martedì 27 marzo 2018

PROTEZIONE A 360 GRADI CON L'ECHINACEA

PROTEZIONE A 360° CON L'ECHINACEA
L'echinacea appartiene alla famiglia delle Asteracee, la stessa della margherita e della camomilla, questa pianta erbacea perenneè originaria del nord america. I nativi americani la utilizzavano, per uso esterno, come rimedio in caso di ustioni e di ferite infette. Come antidoto per il morso di serpente e come antinfiammatorio.
Il genere echinacea comprende nove specie, ma le varietà conosciute e utilizzate in fitoterapia sono principalmente tre: la purpureas, i cui petali hanno delle tinte rosate, l'angustifolia, dalle foglie lanceolate, e la pallida.
I principi attivi contenuti in questo rimedio sono principalmente flavonoidi, come ruteoside, luteolina e canferolo, e derivati dell'acido caffeico, come l'acido cicorico. L'effetto terapeutico è dato dalla totalità dei numerosi principi, alcuni presenti in esigua quantità ma comunque importanti.
Le proprietà di questa pianta sono davvero stupefacenti, e spaziano dall'attività batteriostatica, a quella antivirale fino a quella fungistatica. Associata a queste viene riconosciuta all'echinacea una marcata attività immunostimolante. Questo effetto è portato sia da un aumento dell'attività di fagocitosi dei macrofagi e dei granulociti, aumentata fino ad una percentuale del 40 per cento, sia dall'incremento dell'attività linfocitaria.
Il momento migliore per utilizzare questo rimedio, per uso interno, è prima che arrivi l'inverno, che con le sue temperature più rigide porta con sè diversi malanni stagionali. Anche durante i periodi di stress che mettono a dura prova le difese del nostro organismo, l'echinacea può fornire un valido sostegno al nostro sistema immunitario.
Anche prevenire l'azione negativa dei virus silenti come l'Herpes Simplex, rientra nelle prerogative di questa pianta.
Inoltre può essere un utile rimedio anche in caso di infezioni  croniche delle vie respiratorie. Vista la sua azione antufunginea può essere utile assumere Echinacea anche in presenza di affezioni dell'apparato urogenitale, come nel caso di cistite e candida.
In farmacia si può assumere questo rimedio sotto forma di compresse o capsule, che contengono la droga essiccata e polverizzata, o in gocce, utilizzando l'estratto idroalcolico. Spesso in commercio sono presenti preparazioni che, oltre a questa pianta, forniscono anche l'azione sinergica immunostimolante di altri componenti, come fermenti lattici e zinco.
Sotto forma di unguenti e pomate, questo rimedio può essere utilizzato in caso di eczemi, psoriasi, eritemi e punture di insetto per via delle sue proprietà antinfiammatorie.
Inoltre diminuisce i tempi di guarigione delle ferite e delle ustioni, anche se infette, per via delle sue proprietà cicatrizzanti, dovute alla promozione di mucopolisaccaridi mesenchimali e di fibrociti, oltre ad accelerare la risoluzione di infezioni.
In definitiva questo magnifico rimedio può essere considerato un prezioso alleato del nostro benessere a 360 gradi.

- Fabrizio Leone -
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domenica 11 marzo 2018

FORZA E BENESSERE CON L'ALLENAMENTO CALISTHENICO

FORZA E BENESSERE CON L'ALLENAMENTO CALISTHENICO
L'obiettivo della ginnastica Calisthenica è quello di portare alla massima espressione il gesto atletico. In greco Kalos vuol dire "bello" e Sthenos "forza".
Questo genere di allenamento favorisce in modo notevole sia la prestazione fisico atletica sia il benessere globale risultando essere un'attività rinvigorente per chi la pratica con regolarità.
Il risultato non sarà un fisico esasperato, bensì una muscolatura nervosa, definita e scattante, capace di realizzare al meglio le skills (abilità) fondamentali dell'uomo.
Durante l'allenamento si darà quindi maggiore importanza alla qualità di esecuzione dell'esercizio, piuttosto che al numero di ripetizioni, serie o sovraccarico.
Questa ginnastica sfrutta principalmente il peso del corpo e la forza di gravità in un processo allenante che è per sua stessa natura un lavoro di tipo funzionale. Forte risulta essere l'ispirazione alla ginnastica artistica, l'unica sostanziale differenza è che la ginnastica calisthenica studia e analizza gli atteggiamenti del corpo inseriti all'interno di posizioni di forza isometriche, mentre la ginnastica artistica va oltre, studiando insieme alle posizioni statiche, i cambi di atteggiamento in volo e in movimento.
Occorre poi spendere molto tempo sull'analisi degli atteggiamenti fondamentali del corpo (chiuso, aperto, allineato), sulla mobilità articolare e sul potenziamento, e quindi sviluppare contemporaneamente queste tre fasi.
Ed è proprio tramite lo sviluppo di queste capacità condizionali e coordinative che il nostro corpo sarà in grado di realizzare verticali, orizzontali, volteggi, squadre, ma anche a saper salire su una sbarra o a effettuare esercizi di base agli anelli. Grazie alla propriocettività acquisita, tramite gli stimoli allenanti della preparazione per l'allenamento calisthenico si otterrà la possibilità di governare il corpo nello spazio in modo statico e dinamico. La ginnastica calisthenica di base può essere considerata un'evoluzione di quella funzionale, in quanto molti esercizi sono una diretta progressione di quelli presenti all'interno dei corsi Functional, in particolare Suspension Training, Body weight e Joint mobility.

- Fabrizio Leone -
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martedì 6 marzo 2018

LE REGOLE PER VIVERE FELICI SECONDO DOSHIN SO

LE REGOLE PER VIVERE FELICI SECONDO DOSHIN SO

Doshin So ha fondato lo Shorinji Kempo come mezzo mezzo educativo per rendere la società più pacifica, ed e' nato dalle tante verità che egli ha imparato nella sua esperienza. Include le tecniche modellate sui valori e il pensiero che mira a insegnare a vivere, così come le tecniche, che sono il metodo di allenamento e l' educazione fisica per mettere in pratica le tecniche.
Ciò che Dhosin So desiderava insegnare alle persone attraverso questo sistema organizzato era innanzitutto quello di rendere la propria vita più ricca e poi far sperimentare la gioia di essere utili a qualcuno o di fare qualcosa tra le persone che si conoscono.
Doshin So credeva fermamente che in seguito ciò avrebbe portato ad una vita più facile da vivere e ad una società traboccante di felicità.

- Fabrizio Leone -
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Per saperne di più su questa fantastica disciplina vai sul sito della Federazione Italiana Shorinji Kempo!!

www.shorinjikempo.it

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lunedì 26 febbraio 2018

COMBATTERE IL DOLORE CON LA MENTE

COMBATTERE IL DOLORE CON LA MENTE
Mal di testa, mal di schiena, mal di stomaco....uno di questi disturbi ti colpisce spesso nonostante tutti gli esami clinici escludano specifiche cause fisiche? Evidentemente quel dolore ha un'altra origine: la tua mente. Ma la tua mente ha poteri che neanche immagini. Il dolore è utile perchè segnala che nel nostro corpo c'è qualcosa che non funziona, ma non sempre è così. Ci sono anche dolori inutili, che in qualche modo ci creiamo da soli, provocati dalla preoccupazione del dolore stesso.
Gli orientali paragonano il dolore a due frecce: la prima colpisce e fa male, la seconda è ancora più dolorosa perchè è legata alle preoccupazioni che si hanno rispetto alle conseguenze di quel primo episodio doloroso. Ecco perchè alcune tecniche mentali possono allontanare diminuendo stress e ansia, alcune sensazioni dolorose.

MAL DI TESTA? MEDITA!
Se si presenta soprattutto quando in ufficio sei pieno di impegni, probabilmente è legato alla tensione muscolare che colpisce prevalentemente il collo e le spalle. In questo caso è mdi grande aiuto la meditazione. Siediti in un luogo tranquillo e poco rumoroso, chiudi gli occhi e inizia a respirare normalmente, concentrandoti solamente sulla piacevole sensazione del respiro che entra ed esce dal tuo corpo.
Dopo 5-10 minuti riapri gli occhi, di sicuro sarai più tranquillo e rilassato e...senza mal di testa.

MAL DI SCHIENA? ASCOLTA IL TUO CORPO
Nel caso in cui, facendo un movimento errato, la tua schiena ne avesse risentito, ora pur di non risentire lo stesso dolore, ti muovi con cautela perché, i pensieri che si fanno dopo il primo trauma generano ansia, stress e, in questo caso, tensione muscolare.
Invece di muoverti con mille attenzioni, fai una bella passeggiata. E mentre cammini concentrati solo sui tuoi piedi e sulle sensazioni che provi sentendo come si appoggiano per terra, che cosa calpestano o evitano. In questo modo non solo ricominci a camminare normalmente, ma la tensione cala e il battito cardiaco rallenta, scende il cortisolo (l'ormone dello stress) e sale la serotonina (l'ormone del benessere). E i muscoli del corpo si rilassano.

MAL DI STOMACO? VISUALIZZA
Un altro organo colpito molto spesso dalla tensione e dallo stress è sicuramente lo stomaco.
Per migliorare la situazione, siediti comodamente in un luogo tranquillo, chiudi gli occhi, rilassati e immagina di avere davanti un fiume con delle foglie che scorrono sulla sua superficie. Poi focalizza il tuo dolore, tracciane idealmente i contorni, quindi immagina di staccarlo dal corpo e di appoggiarlo proprio su quelle foglie. Continua a seguirlo, sempre con l'immaginazione, mentre lentamente scorre via.
Rimani concentrato sull'acqua del fiume ancora per qualche minuto, respirando normalmente, poi riapri gli occhi.

- Fabrizio Leone -
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martedì 20 febbraio 2018

RIABILITAZIONE DEL TUMORE AL SENO

RIABILITAZIONE DEL TUMORE AL SENO

La presa in carico riabilitativa della donna operata al seno per tumore deve comprendere ogni fase, ovvero "il recupero della centralità del paziente, facendosi carico non solo degli aspetti fisici della malattia, ma anche di quelli psicologici relazionali e sociali.
La riabilitazione in oncologia assume un'importante connotazione sociale, in considerazione dell'aumentato numero dei lungosopravviventi e della cronicizzazione della malattia.
La fisioterapia oncologica, insieme a chirurgia, chemioterapia e radioterapia interviene in tutte le fasi dell'iter diagnostico/terapeutico e gli scopi della riabilitazione sono quindi la prevenzione e il trattamento degli esiti iatrogeni, il recupero delle funzioni lese, la riscoperta delle potenzialità residue, il mantenimento e miglioramento della qualità di vita, in qualunque fase della vita.
Dopo questa fase, abbiamo la fase dell follow-up.
Essa è una fase delicata, in cui la donna deve essere ancora accompagnata. E' il momento in cui la fase attiva delle cure è terminata, la donna si trova all'improvviso sola, smarrita, col carico di ansia e preoccupazione che la malattia lascia, non riesce più a vedersi "come prima", a tornare "come prima", e diviene facile preda di depressione.
E' una fase che può durare anni, e il lavoro si dovrà focalizzare sulla riscoperta delle potenzialità e sul miglioramento della qualità di vita.
La promozione dell'attività fisica, di tipo aerobico, è fortemente consigliata, insieme all'educazione a un corretto stile di vita e al supporto, con l'inserimento nella rete di solidarietà per il miglioramento della qualità di vita.
Il trattamento fisioterapico standard è in genere rivolto alla sola gestione del linfedema, ed è ancora presente il tabù che sia da evitare l'attività fisica intensa per evitare il rischio di linfedema. Viene spesso raccomandato ai pazienti di evitare sforzi fisici importanti o ripetitivi con l'arto omolaterale all'intervento.
Questo consiglio non trova nessun riscontro clinico, come possiamo leggere dai lavori di McKenzie del 1996 che dimostrò come l'esercizio ritmico, intenso che coinvolge tronco e arto superiore ha un ruolo importante nel contenimento dell'edema, nell'aumento dell'articolarità e del trofismo muscolare, con azione coadiuvante di pompa drenante. Diversi altri studi confermano questi dati: Clark B., 2005; Herd-Smith A, 2001; Ferrandez JC, 1996;.
L'esercizio fisico raccomandabile, in tutte le fasi, spazia dallo Yoga, al North Walking, fino alla sala pesi leggera e al bodyweight.

- Fabrizio Leone -
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lunedì 12 febbraio 2018

IL PIENO DI VITAMINA C

IL PIENO DI VITAMINA C

Salutare la giornata con una buona spremuta di arance e limoni o con un paio di kiwi al mattino può aiutare l'organismo a prevenire quelle piccole affezioni che questa stagione porta con sé; in questi come in altri frutti è presente in quantità apprezzabili una componente essenziale per il nostro sostegno, che chimicamente porta il nome di acido ascorbico, ma che nella terminologia più comune è noto come vitamina C.
L'organismo non è in grado di sintetizzarla da sé, infatti ne esiste uno scarso quantitativo a livello del surrene, ed è quindi indispensabile introdurre la vitamina C includendo costantemente frutta e verdura nell'alimentazione.
A cosa serve nello specifico la vitamina C?
Innanzitutto l'acido ascorbico ha un effetto di protezione delle difese immunitarie che permette a chi lo assume di prevenire e recuperare stati di raffreddamento e quelle forme di indebolimento nelle quali il fisico sarebbe più vulnerabile a virus o batteri.L'acido ascorbico ha poi la caratteristica di essere un antiossidante: contrasta quindi gli effetti di inquinamento, fumo e sostanze tossiche; sembra poi che ritardi l'invecchiamento della pelle e sia pertanto incluso tra gli ingredienti delle più comuni creme anti-età. Tra le altre importanti azioni, la vitamina C permette di: migliorare l'assorbimento del ferro, favorire la produzione interna di collagene, mantenere regolare la produzione fisiologica di alcuni ormoni e neurotrasmettitori.
La dose fisiologica si aggira attorno ai 45-60 milligrammi al giorno.

INTEGRAZIONE ALIMENTARE
In farmacia è possibile reperire questa sostanza sia sotto forma di integratore, miscelata ad altri principi vitaminici e oligoelementi, oppure come farmaco.
E' prodotta in genere in forma di compresse, bustine che possono essere sciolte anche in mezzo bicchiere di acqua, in fiale per somministrazione orale, intramuscolare o parenterale.
E' ben tollerata dal tratto digerente ma è meglio assumerla a stomaco pieno. In quanto vitamina, è essenziale e può (anzi deve) essere somministrata a tutte le età, dalla prima infanzia alla senilità.
Bisogna ricordare che in quanto acida, la vitamina C è da assumere a distanza da alimenti come il latte e anche lontano da altri farmaci, a cui va mantenuta la precedenza terapeutica.
Occorre poi mantenere l'assunzione nei limiti della mono-somministrazione (una volta al giorno) e della dose quotidiana: un eccesso verrebbe punito con fastidi allo stomaco e probabile dissenteria. In ultima battuta, è bene assumere la vitamina non oltre il mattino e mai di sera perché potrebbe con il suo effetto stimolante indurre insonnia.
Ricorrere all'integrazione dell'acido ascorbico diviene necessario quando, con una alimentazione non corretta, non se ne ripristinano i livelli fisiologici.

- Fabrizio Leone -
Fisioterapista, Personal Trainer, Docente NonSoloFitness

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domenica 4 febbraio 2018

PERICOLO SALMONELLA

PERICOLO SALMONELLA!

La salmonella è un batterio molto pericoloso.
Si nasconde e non da segni di sé, non cambia né il colore né la consistenza del cibo, ma è capace di scatenare tremende diarree ed è responsabile della metà delle infezioni gastrointestinali.
Si distinguono due forme di salmonellosi: una tifoidea, trasmessa da uomo a uomo per via fecale, e una non tifoidea, più frequente, che viene veicolata dagli alimenti perchè il batterio resiste nell'ambiente. L'infezione si trasmette ingerendo cibi contaminati.
Gli alimenti più a rischio sono quelli ricchi di liquidi e proteine, che rappresentano un ottimo substrato per la crescita dei batteri: quindi uova, latte crudo, pollo e carne in genere, salse come il ragù, gelato, creme, yogurt. Ma anche verdure e frutta possono venire contaminate se non si seguono le corrette norme igieniche.
Ogni volta che si maneggia un nuovo alimento, poi, bisogna lavarsi le mani e utilizzare un tagliere diverso.
Il pollo, in particolare, è pieno zeppo di batteri e andrebbe toccato il meno possibile: sarebbe meglio non lavarlo in casa, ma buttarlo direttamente in forno o in padella per la cottura. L'unico modo per uccidere i batteri della salmonella, infatti, è cuocerli oltre i 50°, meglio a 70°, assicurandosi che il calore raggiunga il cuore del prodotto. Fondamentale, poi, è conservare le pietanze in frigorifero perchè il freddo blocca la proliferazione batterica.

COSA PROVOCA

Di solito, la salmonellosi si presenta in forma lieve e scompare entro pochi giorni: La gravità dipende dalle condizioni personali e dalla quantità di batteri ingeriti. I sintomi compaiono entro 2-6 ore dal pasto: crampi addominali, diarrea, febbre, brividi, mal di testa, nausea e vomito. La terapia prevede di evitare i cibi solidi e bere qualsiasi liquido (eccetto caffè e latte) per reintegrare i sali e gli zuccheri persi con la diarrea.
In questo caso meglio non contrastare il fenomeno diarroico perchè è il meccanismo di difesa dell'organismo per espellere i germi.
Se però l'infezione non passa, possiamo avvalerci di farmaci antidiarroici, antibiotici ed eventualmente reidratazione per endovena. Non è un infezione da sottovalutare, specialmente se colpisce bambini, anziani o persone immunodepresse

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- Fabrizio Leone -
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domenica 28 gennaio 2018

CRAMPI, CAUSE E RIMEDI

CRAMPI, CAUSE E RIMEDI

Se ne soffri frequentemente la prima cosa che devi fare è accertarti che non sei vittima di una patologia che li possa favorire, cosa che puoi scoprire con una visita da un medico sportivo.
I crampi si dividono in due categorie: quelli che si manifestano in seguito a un esercizio fisico e quelli che insorgono senza una causa apparente, come quelli notturni. Se questi ultimi sono frequenti, il consiglio è sempre quello di sottoporti a un controllo medic; se sono indotti da un allenamento precedente, si rientra nella normale casistica che ora andiamo ad affrontare.
La ricerca scientifica non è ancora riuscita a stabilire con precisione le cause che li fanno insorgere, ma ci sono comunque due fattori fondamentali , che fortunatamente sono facili da risolvere:

- la disidratazione
- un imperfetto controllo neuromuscolare

La disidratazione è la causa più semplice dei crampi, ed è legata alla perdita non solo dell'acqua ma anche di sali minerali (elettroliti). E' un problema che ovviamente diventa più critico d'estate, quando si suda di più, perchè è importante ricordare che durante l'attività sportiva non basta reintegrare solo l'acqua (se ne perde circa un litro all'ora) ma è importante anche aggiungere i sali minerali: cloro, sodio, magnesio, potassio. Questi li possiamo assumere in due modi: usando i classici integratori salini che troviamo in farmacia, o in erboristeria, oppure mangiando frutta, banana, albicocche, verdura verde a foglia larga.

Un alterato controllo neuromuscolare si verifica quando non sei particolarmente allenato. In questo stato quando fai sport l'azione non sarà sempre coordinata alla perfezione. Sei nella fase in cui il tuo corpo deve ancora "imparare" i nuovi movimenti - che a seconda della disciplina possono essere molto complessi - e quindi invia ai muscoli dei segnali non sempre precisi.
Può capitare che in alcuni movimenti un muscolo si contragga in modo involontario quando, al contrario, dovrebbe distendersi, generando così un crampo.

I crampi possono presentarsi anche con la combinazione delle due condizioni prima descritte: la disidratazione e un imperfetto controllo dei muscoli, questa volta però dovuto all'affaticamento. Tieni presente che nelle competizioni importanti il corpo è spinto al limite. Altre condizioni in cui si mette a rischio il coordinamento sono le variazioni di temperatura e quelle di ritmo o azione, che interrompono un lungo movimento ciclico e costante come la pedalata o la corsa sulle lunghe distanze.
Per limitare questi problemi la soluzione è quindi allenarsi, ma non solo. E' consigliato preparare il corpo anche a movimenti più vari, aggiungendo esercizi per la forza, per la potenza e pliometrici, quelli con rapide contrazioni delle masse muscolari (come i salti).

Che cosa devi fare per risolvere i crampi sul momento? La prima cosa è intervenire subito e agire nel più breve tempo possibile, devi quindi essere pronto e sapere cosa fare. I muscoli più a rischio sono quelli della parte anteriore e posteriore della coscia ma il sistema per sciogliere il crampo è sempre lo stesso: distendere il muscolo dolorante.

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domenica 21 gennaio 2018

DETESTA LA GUERRA, AMA LA PACE

DETESTA LA GUERRA, AMA LA PACE

DOSHIN SO nacque nel 1911 e passò la sua gioventù in un'era dove c'erano diverse ideologie e macchinazioni politiche che giravano nel mondo. Qui sentì l'importanza dell'esempio dei leader sociali così come dei rischi che portavano con loro. Lui vide con i propri occhi la disgrazia causata a così tante persone dovuta al conflitto egoistico che alcuni hanno intrapreso l'uno conto l'altro.
E' così che il fondatore dello Shorinji Kempo cominciò a detestare la guerra e a desiderare la pace dal profondo del cuore. La sua politica era quella di far avvenire un cambiamento veloce nel modo di pensare delle persone riguardo i valori e contro i pensieri troppo istintivi.
In questo modo i cattivi pensieri venivano indirizzati verso cose migliori per fare in modo di realizzare la pace nella società moderna.
A questo aggiunse il suo Sistema di Insegnamento unico, per far crescere le persone, osservare e aiutare gli altri a praticare e ad addestrarsi. In questo modo avrebbe aiutato le persone a sublimarsi, connettersi con il loro vero sé e mettere in azione i loro pensieri.
Questo era l'inizio della fondazione dello Shorinji Kempo.

- THIS IS SHORINJI KEMPO, Doshin So -

Questo passo del libro ci dovrebbe far riflettere molto sul significato profondo che hanno le persone. Ognuno di noi può diventare leader di se stesso, per poi diventare leade degli altri.
Ma ciò si può raggiungere solo con l'autoconsapevolezza dei propri limiti.
Gli esseri umani, tutti, hanno dei limiti e devono riconoscerli per migliorarsi e migliorare il mondo.
Credo che questo sia uno dei messaggi che Doshin So volesse lasciare.
In passato questo non è avvenuto e la conseguenza sono state le guerre.
Lo Shorinji Kempo è un'arte marziale che, tramite il confronto fisico con gli altri, riesce a far emergere i limiti di ognuno per riconoscerli e, dove necessario, correggerli.

Per ulteriori informazioni su questa splendida disciplina in Italia visita il sito: 

http://www.shorinjikempo.it/

- Fabrizio Leone -
Fisioterapista e Personal Trainer

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domenica 14 gennaio 2018

L' IMPORTANZA DELL' AMICIZIA

L'IMPORTANZA DELL'AMICIZIA
Come confermano molti studi, l'amicizia risulta un elemento di fondamentale importanza nella vita degli esseri umani. Vediamo perché.
LA SOLITUDINE FA MALE ALLA SALUTE
Se non hai amici la salute è a rischio, soprattutto quando invecchi. Una ricerca svolta dall'università di Gerusalemme e pubblicata nel 2014 dallo Psychology journal ha dimostrato che chi è più solo corre più rischi di avere l'ulcera, malattie ai polmoni, cirrosi e anche danni al cuore.
SPORT DI SQUADRA
Una ricerca dell' American Journal of Health Promotion ha dimostrato che fare uno sport di squadra o iscriversi a un club sportivo ha effetti positivi sulla forma fisica e sulla salute a lungo termine. Ciò viene confrmato anche dallo Scandinavian Journal of Medicine and Science in Sports, che ha scoperto che gli uomini adulti tendono a non essere costanti nel fare esercizio quando si allenano da soli.
AMICIZIA E CIBO
Uno studio del Journal of Consumer Research ha analizzato un gruppo di studenti che guardava la tv e mangiava uno snack insieme a un amico magro oppure a un amico in sovrappeso. Con l'amico magro (e affamato) lo studente mangiava di più che con l'amico in sovrappeso.
IL VICINO COME AMICO
Una ricerca dell'università del Michigan ha dimostrato che chi fa amicizia con i vicini corre meno rischi di infarto. Inoltre chi considerava i propri vicini amichevoli, degni di fiducia e disponibili ad aiutare ha il 48% di probabilità in meno di avere un problema cerebrale di chi ignora o odia il suo vicino di casa. Questo potrebbe dipendere dal fatto che i vicini forniscono un supporto sociale extra, un elemento che è stato collegato a una migliore flessibilità dei vasi sanguigni.
AMICIZIA E SALUTE
Se esci a cena con gli amici metti subito le mani avanti e prima che gli altri ordinino di che tu oggi vuoi mangiare sano e leggero.
AMICIZIA E PREVENZIONE
Il medico e i farmaci dovrebbero essere l'ultima risorsa. Uno studio basato sul programma di prevenzione del diabete sponsorizzato dagli National Institutes of Health americani, e una successiva ricerca decennale di approfondimento, hanno dimostrato come lo stile di vita è molto più importante dei farmaci quando si tratta di prevenire il diabete o nel trattare il pre-diabete. Modificando in meglio le proprie abitudini i partecipanti allo studio hanno perso il 5% del loro peso e ridotto del 58% il rischio di diabete.

domenica 7 gennaio 2018

CEFALEE ED EMICRANIE, DISTURBI DISABILITANTI

CEFALEE ED EMICRANIE, DISTURBI DISABILITANTI

L'emicrania è una sindrome neurovascolare invalidante che colpisce il 12-15% della popolazione globale; le donne sono particolarmente inclini a sviluppare la patologia.
Dolore al capo, sordo, pulsante, breve o duraturo, a volte accompagnato da nausea o vomito, fotofobia e fonofobia: gran parte delle persone hanno provato almeno una volta nella vita questi sintomi.
Il mal di testa è invece un problema disabilitante, molto più frequente di quanto si pensi. Soffrono di cefalea, cioè di ogni tipo di dolore alla testa, il 46% degli adulti, mentre l'11% viene colpito da emicrania, la più importante delle forme di algia al capo, caratterizzato da una durata tra le 4 e le 72 ore, e almeno due delle seguenti quattro caratteristiche: il dolore deve avere localizzazione unilaterale, deve essere di tipo pulsante, di intensità media o forte e aggravato da attività fisiche di routine come camminare o salire le scale. Risulta quindi evidente l'importanza di una consulenza fisioterapica per informarvi sul tipo di attività fisica potete o non potete svolgere, soprattutto se siete degli sportivi.
Sono 5 milioni gli italiani che soffrono di emicrania. Le donne sono le più colpite: il 18% rispetto al 9% degli uomini.
L'impatto sulla qualità della vita è rilevante: secondo uno studio multinazionale condotto su giovani donne con emicrania, il 71% non riesce a svolgere attività lavorativa o scolastica.
Con costi diretti per il Servizio sanitario nazionale di più di 2,5 milioni di euro, e indiretti di circa venti miliardi l'anno.
Uno studio condotto in Italia sull'uso di medicinali nei pazienti che chiedono l'assistenza dal farmacista per un attacco di cefalea ha evidenziato che, in generale, circa il 70% dei soggetti intervistati è emicranico certo o probabile. Inoltre circa il 50% dei pazienti entrati in farmacia per richiedere un medicinale per il mal di testa non è seguito da un medico. In quanto ai soggetti con emicrania diagnosticata, circa il 30% non è seguito da uno specialista e non ha percezione della malattia. Tale percentuale sale a circa il 70% quando si tratta di soggetti affetti da altre forme di mal di testa.
Per contrastare il dolore esistono numerosi rimedi, ma il consiglio da non scordare mai è quello di evitare il fai da te. Il medico di famiglia, il farmacista e il fisioterapista saranno in grado di indicare, a seconda delle esigenze del paziente, il farmaco più adatto. Se poi l'emicrania diventa cronica bisogna necessariamente rivolgersi a uno dei numerosi centri cefalee che si trovano negli ospedali italiani.
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- Fabrizio Leone -
Personal Trainer e Fisioterapista

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