COMBATTERE IL MAL DI SCHIENA
Eccessiva sedentarietà e sovrappeso, posture scorrette mantenute troppo a lungo, movimenti violenti e improvvisi, traumi sportivi, sforzi fisici come il sollevamento di carichi eccessivi: a farne le spese il più delle volte è la colonna vertebrale che manifesta il suo stato di sofferenza con quello che comunemente chiamiamo mal di schiena localizzato il più delle volte nell'area inferiore e superiore della schiena stessa.
LOMBALGIA
E' genericamente un dolore spontaneo accompagnato da contrattura, localizzato al livello del rachide lombare. Può comparire lentamente oppure in modo improvviso e acuto in seguito a uno sforzo o a un movimento scorretto anche banale, come piegarsi in avanti per raccogliere qualcosa da terra (il cosiddetto colpo della strega). Nella forma acuta il dolore può essere molto forte, e aumenta anche con un leggero movimento come un colpo di tosse o uno starnuto. La sindrome colpisce prevalentemente in età adulta e non di rado dipende da alterazioni discali del rachide lombare, con sintomatologia limitata a questa regione della colonna vertebrale. In caso di lombalgia acuta, trova indicazione come trattamento di prima istanza, l'assunzione di farmaci quali antinfiammatori e antidolorifici, in seguito si potrà intervenire con tecniche di manipolazione quali fisioterapia e massaggi.
CERVICALGIA
Dopo il dolore lombare quello cervicale rappresenta la patologia più frequente tra quelle che interessano la colonna vertebrale. Si tratta di un disturbo muscoloscheletrico del tratto cervicale della colonna e che nella maggior parte dei casi è causato da alterazioni locali imputabili a vari motivi, come forme reumatiche o artrosi cervicale che provocano uno stato infiammatorio e, nel caso dell'artrosi, anche degenerativo delle vertebre del collo. Tra i sintomi principali, il dolore, che nella forma acuta è caratterizzato da una sofferenza improvvisa e violenta, che impedisce di muovere la testa. Questa cervicalgia può essere associata a nausea, vertigini e acufeni. Il dolore cronico e continuo, invece, di solito si ripresenta ciclicamente e la sua intensità può variare da lieve, ma persistente, a molto intensa. Dalla zona della colonna cervicale può irradiarsi lungo le braccia e, in alcuni casi, fino alle mani. Se la cervicalgia cronica è dovuta all'artrosi cervicale, può comportare forti mal di testa e rumori articolari (come scatti o schiocchi), accompagnati da contratture muscolari inconsce. Generalmente il primo approccio terapeutico prevede un ciclo di antinfiammatori per un periodo di 1-2 settimane volto ad abbassare la soglia di dolore, al termine del quale generalmente si integra il trattamento con una prescrizione fisioterapica.
ERNIA DEL DISCO
Questa patologia relativamente comune della colonna vertebrale è la conseguenza dello spostamento, di un disco intervertebrale. A seguito di questa dislocazione, il rivestimento esterno del disco (anello) si rompe e una piccola porzione del nucleo polposo interno fuoriesce dalla propria sede. Ciò comporta la compressione del midollo spinale e dei nervi che da esso si dipartono (come il nervo sciatico), con la conseguente insorgenza di un dolore intenso, intorpidimento o debolezza della schiena. Assai di frequente l'ernia è associata a una pregressa degenerazione dei dischi intervertebrali dovuti all'età. Con il passare degli anni, infatti, questi perdono flessibilità, diventano fragili e rischiano di lacerarsi facilmente. Ma l'affezione può manifestarsi anche a causa di un'eccessiva attività fisica o di traumi meccanici (ad esempio il sollevamento di un peso eccessivo). Nella maggior parte dei casi, l'esame fisico è già sufficiente per fare una diagnosi di ernia del disco. Ma per confermare la diagnosi e accertare quali sono i nervi interessati, potrebbe essere necessario ricorrere anche a esami radiografici, Tac o risonanza magnetica. Nella maggioranza dei casi i sintomi migliorano dopo già uno o due mesi di trattamento conservativo, basato su riposo a letto, assunzione di analgesici, antinfiammatori e miorilassanti, cicli di fisioterapia, osteopatia o ginnastica posturale, massaggi, ossigeno-ozono terapia, fino all'intervento chirurgico per la rimozione dell'ernia nei casi più gravi.
- Fabrizio Leone -
Fisioterapista, Personal Trainer, Docente NonSoloFitness
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