lunedì 24 aprile 2017

GLUCOSAMINA E OSTEOARTROSI

GLUCOSAMINA E OSTEOARTROSI

La glucosamina spesso viene prescritta insieme alla condroitina negli integratori (non medicinali) per trattare l'osteoartrosi.
Si tratta di una patologia cronica che colpisce soprattutto le donne dopo i 55 anni e che comporta usura nel tempo della cartilagine liscia che ricopre le estremità delle ossa. In questo modo le articolazioni non riescono più a scorrere su se stesse per via della superficie sfilacciata che si viene a creare. Il tutto è accompagnato da dolore al movimento.
I principali componenti della cartilagine articolare sono i glucosaminoglicani, lipidi che l'organismo sintetizza, partendo da importanti precursori. Uno di questi è proprio la glucosamina che troviamo in natura negli ESOSCHELETRI DEI CROSTACEI e nelle PARETI CELLULARI DEI FUNGHI e che viene correntemente sintetizzata a livello industriale dagli anni 40.
E' certamente ben tollerata se assunta per monodosi anche a digiuno, e può raggiungere una quantità massima di 1500 milligrammi, ossia di un grammo e mezzo. Può essere assunta compresse, in bustine da sciogliere in acqua, oppure in capsule.
Gli effetti di un trattamento prolungato con il farmaco necessitano di qualche mese di somministrazione per apprezzarne il reale beneficio.
La glucosamina non è una molecola miracolosa. Non riduce con potenza il fastidio come se fosse un antidolorifico (che a lungo può dare dipendenza), perchè più che sedare mira a ricostruire e contenere un danno che a volte può essere ingente in partenza.
Un recupero totale della cartilagine è difficile da ottenre ma già con la sola integrazione si riesce a migliorare la soglia del fastidio e a convivere con la patologia in maniera meno dolorosa.
Ovviamente è sempre bene ricordare che oltre al trattamento con integratori si deve aggiungere il trattamneto fisioterapico in fase acuta e quello rieducativo in fase sub acuta.
Rivolgersi a professionisti del settore risulta sempre la scelta migliore se vogliamo uscirne sani e senza spese eccessive.

- Fabrizio Leone-

WELLNESS & THERAPY IN YOUR CONTOL!

domenica 16 aprile 2017

TRATTAMENTO DEI TRIGGER POINTS

TRATTAMENTO DEI TRIGGER POINTS

Quasi tutti gli individui adulti hanno vissuto l'esperienza di
uno o più brevi episodi di dolore muscoloscheletrico,
ricorrente o cronico, associato a trauma o sovraccarico.
La frequenza di molte tipologie specifiche di dolore
muscoloscheletrico variano con il sesso e l'età e i fattori di rischio possono essere la  presenza di malattie degenerative, l'uso o non uso delle strutture muscoloscheletriche, i fattori
psicologici e i fattori genetici, infine le disabilità.
La Sindrome miofasciale (MPS) è una condizione dolorosa muscoloscheletrica caratterizzata da dolore locale e riferito, descritto come sordo e profondo, spesso determinato dalla presenza di TRIGGER POINTS MIOFASCIALI in una qualsiasi
sede corpoprea.
Diversi studi hanno dimostrato che i TrPs si associano spesso a numerose altre condizioni dolorose come emicrania, cervicalgia, dolore alla spalla, epicondilite, mal di schiena, colpo di frusta, sindrome del tunnel carpale, disfunzioni
ATM.
I TRIGGER POINTS sono definiti come “spots”, aree localizzate, palpabili, di dimensioni variabili, altamente irritabili all'interno dei muscoli, associate a bande tese (taut band).
Il muscolo in cui sono presenti i TrPs non è interamente
“duro”, “contratto” o dolente, la dolorabilità è limitata all'area della banda tesa.
I TrPs sono dolorosi alla compressione e possono produrre dolore locale e riferito (lontano dal punto di palpazione), possono essere associati a fenomeni autonomici tipo sudorazione localizzata, attività pilomotoria.

Il trattamento dei Trigger Points elimina questi dolori muscolari restituendo una qualità di vita equilibrata. Solo personale competente come il fisioterapista può trattare con successo questi punti di pressione, per questo motivo è buona norma affidarsi sempre a persone qualificate e professionali.

Il Physio Trainer è un certificato di garanzia e qualità nella prevenzione e riabilitazione da questo tipo di patologie, ed è specializzato nel trattamento dei trigger points.

WELLNESS & THERAPY IN YOUR CONTROL!!

- FABRIZIO LEONE -

domenica 9 aprile 2017

IL BABY KIWI CON TANTA VITAMINA C E POCHE CALORIE

IL BABY KIWI CON TANTA VITAMINA C E POCHE CALORIE

Si tratta di piccoli kiwi (nominati Nergi) molto salutari e poco calorici, con appena 52 kcal per 100 gr di frutta. Ricco di vitamine, sali minerali e fibre, rientra nella categoria dei "superfrutti" per la sua alta concentrazione di vitamina C, principale alleata del sistema immunitario. Infatti, 100 grammi di questo piccolo kiwi corrispondono a circa 10 frutti.
Il mini kiwi racchiude anche una buona quantità di vitamina E(5,28mg/100gr). Questa vitamina, di solito contenuta negli oli vegetali, rientra nella famiglia degli antiossidanti, utili per contrastare il processo di invecchiamento cellulare. Grazie al suo alto contenuto di fibre (3,6mg/100gr), è un ottimo alimento per stimolare anche gli intestini più pigri. Le sue fibre prevengono inoltre anche le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e i tumori dell'apparato digerente. Ricco anche il suo contenuto di minerali: 100 gr di questo frutto forniscono ben 19,4 mg di magnesio, minerale che previene i crampi ed è un potente antistress. E' un ottimo coadiuvante per combattere le sindromi da stress ed ipeeccitabilità. Inoltre previene l'osteoporosi. Vanta anche un buon contenuto di calcio (45,9mg/100gr), essenziale per la crescita ed il rafforzamento del tessuto osseo, e di fosforo (29,4mg/100gr) necessario per promuovere l'assorbimento di calcio nelle ossa. Infine ricordiamo che per il suo basso contenuto calorico, può essere consumato anche da persone con problemi di peso.

WELLNESS & THERAPY IN YOUR CONTROL!!!

www.fabrizioleonephysiotrainer.com