domenica 13 maggio 2018

LA NUTRIZIONE NEL SISTEMA UNICO DELL'ATLETA

La NUTRIZIONE nel "Sistema unico" dell'atleta

Nella vita, come nello sport, oggi si è più consapevoli della forte interdipendenza tra corpo e mente. Il fattore mentale partecipa attivamente ai successi umani, confezionando storie incredibili di grandi campioni come di gente comune. Eppure, nel ventunesimo secolo, la teoria non corrisponde sempre alla pratica.

"È intelligente ma non si applica": una frase ripetuta mille volte dagli insegnanti ai colloqui scolastici, mentre i genitori si accartocciano sulla sedia, annuendo rassegnati. Nello sport la storia non cambia: "un grande talento, testa sbagliata", oppure "se solo si applicasse con uno spirito diverso", e ancora "è un campione mancato". Ma perché ciò accade? Perché nonostante la crescente importanza del fantomatico "fattore mentale", non si è ancora diffusa la consapevolezza e la pratica di un "Allenamento totale" che vada a considerare l'atleta come l'unione di corpo e mente, spirito e carne, testa e cuore. Insomma, un "sistema unico". E la prova di questa arretratezza mentale e di approccio, viene evidenziata dal fatto che tutt'oggi si trascurano quei fattori mentali che gli atleti stessi considerano predominanti per avere successo, in favore di una focalizzazione esclusivamente fisica.
Come in tutte le cose, la carta vincente è l'equilibrio, che va ricercato attraverso una visione olistica e completa dell'atleta, che è sangue, muscoli, metabolismo, fegato e intestino; è un sistema unico e complesso, in cui tutto è interdipendente, ogni cosa è collegata in maniera straordinaria.
In quest'ottica, la materia più sottovaluta in assoluto è la NUTRIZIONE. Sconvolgente, no? Viene snaturata proprio la disciplina base, la terra che supporta l'intero sistema unico, innanzitutto dal punto di vista funzionale ed energetico. La mente, per essere ben allenata, deve essere ben nutrita, e solo se è ben nutrita può essere in grado di migliorare le prestazioni fisiche.

Siamo ciò che mangiamo, si dice. Non c'è ninete di più vero. Ma lo stress, le intolleranze, le carenze nutrizionali, giocano un ruole predominante. Ogni alimento ha un effetto sul nostro corpo e sulla nostra mente, e una condotta superficiale rispetto alla sfera nutrizionale può portare dei danni notevoli nel lungo periodo: carriere brevi, il più delle volte costellate da infortuni, momenti di crisi e insuccessi... tutte conseguenze facilmente evitabili con un pizzico di consapevolezza in più. Un fegato intossicato non porta problemi oggi, o domani, ma state certi che più avanti si farà sentire in allergie, problematiche articolari, muscolari e senza dubbio mentali, facilitando quindi infortuni e processi infiammatori. Curate il vostro fegato, prendetevene cura, perché chi più di lui rappresenta l'unione perfetta tra il corpo e la mente? Crea la potenza, l'energia psicofisica, è il migliore amico della nostra salute. E che dire dell'intestino? Se lo chiamano "il secondo cervello", un motivo ci sarà. Spesso gli atleti si presentano agli allenamenti stanchi ancora prima di cominciare, demotivati, annebbiati. Alla fine, dopo mesi e mesi di ricerche e analisi, si scopre un'intolleranza alimentare, oppure una gestione energetica scorretta così come una nutrizione squilibrata o completamente inadeguata.

Nelle squadre atletiche il più delle volte si assegnano diete generali, valide per tutti. Vengono distribuiti gli stessi integratori, a volte con le stesse dosi. Come se ogni atleta fosse uguale e avesse le stesse esigenze del proprio compagno di squadra. Ancora oggi si commette la grave leggerezza di generalizzare, di sottovalutare il potere della nutrizione. Sappiamo di essere una macchina perfetta, un sistema unico, ma non ci comportiamo come se lo sapessimo.
Invece è fondamentale ricordare che ognuno è un piccolo sistema unico, un essere a sé, con le proprie origini, la proria dimensione ambientale, sociale, fisica ed emotiva, insieme allo sport personalmente praticato, i proprio limiti e gli obiettivi prefissati.
La preparazione fisica non è meno importante di quella mentale e di conseguenza di quella nutrizionale. Tuttavia un piano nutrizionale diventa efficace solo se personalizzato, se dinamico, se supportato da tante variazioni che si incontreranno lungo il percorso.
Il nostro sistema è unico, è uno, ed è perfetto, quindi prendiamocene cura. Affidatevi sempre e solo a veri professionisti. Perché è della vostra salute che si tratta.

- Ginevra Montanari -
Editor della pagina

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domenica 22 aprile 2018

TIRA SU LA KETTLEBELL!

TIRA SU LA KETTLEBELL!

Dovunque ci si giri, si vedono kettlebell, in palestra, nei club, nei negozi di articoli sportivi, nelle riviste di settore e non. Di tutti i tipi, dai modelli hightech a quelli disadorni da competizione, ne siamo ormai circondati ovunque.
E' certamente un trend del momento anche se la rincorsa al successo è iniziata molto tempo fa, nei club newyorkesi degli anni Ottanta. Sembra che già un paio di secoli prima i kettlebell venissero utilizzati dall'esercito russo come attrezzi da allenamento. Oggi sono invece strumenti per chi aspira ad un cambiamento radicale del proprio corpo, e non solo esteticamente ma anche dal punto di vista della resistenza e della reattività.
Negli ultimi anni infatti, sono stati molti gli atleti o i semplici appassionati di kettlebell, nell'industri del fitness, che in questo modo hanno reso virale la loro diffusione in questo campo.
Il perchè è molto semplice e può essere riassunto in una parola: RISULTATI.
L'allenamento con questi strumenti ha un impatto diretto con le capacità fisiche del soggetto, dando la possibilità di superare i propri limiti in tutti gli esercizi o sport, e facendo in modo che si avanzi dal punto di vista muscolare grazie allo stimolo delle fibre muscolari da differenti angolazioni.
Ma i benefici dell'allenamento con i kettlebell non sono generici: gli esercizi possono essere indirizzati a obiettivi specifici come l'incremento della massa muscolare, eseguiti a circuito per incrementare la resistenza e per dimagrire, nonchè per la riabilitazione muscolare.
Infine bisogna ricordare che la tecnica è determinante per evitare infortuni. Va da se, che se si sceglie di utilizzare questo attrezzo bisogna trovarsi un bravo insegnante che instradi sull'esecuzione degli esercizi-base prima di passare all'autogestione nel giro di qualche mese di allenamento.

1 ESERCIZIO CON I KETTLEBELL CHE NON DEVE MANCARE
1) Strappo con kettlebell: poggia un kettlebell sul pavimento davanti a te, posizionati in pedi con le gambe leggermente più larghe del bacino. Piegati leggermente in avanti ad afferrare con la destra la kettlebell mentre il braccio sinistro aiuta a mantenere l'equilibrio. Con una spinta esplosiva, contrai i glutei e porta in avanti il bacino per sollevare il peso, mentre il gomito rimane alto rispetto al polso. Arrivato all'altezza della spalla, ruota il gomito così da portare il peso fra braccio e spalla, assicurandoti che salga passando appena sopra la spalla e ti ritroverai con il polso rivolto in alto. Fletti leggermente le ginocchia prima di distendere il braccio e di spingere il kettlebell sopra la testa. Rimani in questa posizione per un paio di secondi e poi rifai il movimento completo al contrario.

- Fabrizio Leone -
Fisioterapista, Personal Trainer, Docente NonSoloFitness

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lunedì 9 aprile 2018

IL MALATO IMMAGINARIO

IL MALATO IMMAGINARIO

Basta poco per mettere in agitazione il "malato immaginario". Un colpo di tosse viene associato al tumore del polmone, la perdita di peso accompagnata da un lieve pallore, è sicuramente sintomo di leucemia fulminante e, nei casi più seri basta guardare una trasmissione di salute alla televisione per convincersi di avere qualcosa di molto grave.
Il disturbo d'ansia di malattia, definito comunemente ipocondria è la paura eccessiva di avere già, o di poter sviluppare, una malattia. E il più delle volte si teme una malattia grave, a lungo termine e con un decorso invalidante. Chi soffre di questo disturbo non teme tanto la morte imminente, quanto le malattie terminali.
Esistono due tipi di ipocondriaci, c'è quello che tortura il proprio medico per farsi prescrivere esami su esami, mai contento degli esiti positivi che ottiene, e chi si comporta invece al contrario, ovvero persone che sono così terrorizzate di scoprire di essere ammalate che preferiscono non saperlo. In questo modo evitano tutto ciò che può diagnosticare una malattia.
L'ipocondriaco tende a chiudersi in se stesso e a impiegare tutte le sue enrgie a cercare una spiegazione, e una soluzione, ai suoi sintomi fisici.In questo modo finisce con il trascurare il lavoro, gli hobby, le relazioni sociali. Nei casi più gravi può arrivare a comportari come se fosse malato per davvero. Si arriva a passare da un medico ad un altro.
Dato che non si pensa proprio di avere un problema psicologico in queste situazioni, il più delle volte l'ipocondriaco non va dallo specialista giusto. Chi invece accetta di parlare con uno psicologo o uno psichiatra è a metà strada verso la guarigione. La psicoterapia cognitivo-comportamentale, talvolta affiancata da terapie antidepressive, dalla meditazione o da prodotti naturali, è la via più efficace per affrontare il problema. La psicoterapia infatti aiuta a interrompere le ricerche ansiose sul proprio stato di salute, che tanto danno solo un sollievo momentaneo, e insegna a convivere con l'incertezza.

- Fabrizio Leone -
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COMBATTERE IL MAL DI SCHIENA

COMBATTERE IL MAL DI SCHIENA
Eccessiva sedentarietà e sovrappeso, posture scorrette mantenute troppo a lungo, movimenti violenti e improvvisi, traumi sportivi, sforzi fisici come il sollevamento di carichi eccessivi: a farne le spese il più delle volte è la colonna vertebrale che manifesta il suo stato di sofferenza con quello che comunemente chiamiamo mal di schiena localizzato il più delle volte nell'area inferiore e superiore della schiena stessa.
LOMBALGIA
E' genericamente un dolore spontaneo accompagnato da contrattura, localizzato al livello del rachide lombare. Può comparire lentamente oppure in modo improvviso e acuto in seguito a uno sforzo o a un movimento scorretto anche banale, come piegarsi in avanti per raccogliere qualcosa da terra (il cosiddetto colpo della strega). Nella forma acuta il dolore può essere molto forte, e aumenta anche con un leggero movimento come un colpo di tosse o uno starnuto. La sindrome colpisce prevalentemente in età adulta e non di rado dipende da alterazioni discali del rachide lombare, con sintomatologia limitata a questa regione della colonna vertebrale. In caso di lombalgia acuta, trova indicazione come trattamento di prima istanza, l'assunzione di farmaci quali antinfiammatori e antidolorifici, in seguito si potrà intervenire con tecniche di manipolazione quali fisioterapia e massaggi.
CERVICALGIA
Dopo il dolore lombare quello cervicale rappresenta la patologia più frequente tra quelle che interessano la colonna vertebrale. Si tratta di un disturbo muscoloscheletrico del tratto cervicale della colonna e che nella maggior parte dei casi è causato da alterazioni locali imputabili a vari motivi, come forme reumatiche o  artrosi cervicale che provocano uno stato infiammatorio e, nel caso dell'artrosi, anche degenerativo delle vertebre del collo. Tra i sintomi principali, il dolore, che nella forma acuta è caratterizzato da una sofferenza improvvisa e violenta, che impedisce di muovere la testa. Questa cervicalgia può essere associata a nausea, vertigini e acufeni. Il dolore cronico e continuo, invece, di solito si ripresenta ciclicamente e la sua intensità può variare da lieve, ma persistente, a molto intensa. Dalla zona della colonna cervicale può irradiarsi lungo le braccia e, in alcuni casi, fino alle mani. Se la cervicalgia cronica è dovuta all'artrosi cervicale, può comportare forti mal di testa e rumori articolari (come scatti o schiocchi), accompagnati da contratture muscolari inconsce. Generalmente il primo approccio terapeutico prevede un ciclo di antinfiammatori per un periodo di 1-2 settimane volto ad abbassare la soglia di dolore, al termine del quale generalmente si integra il trattamento con una prescrizione fisioterapica.
ERNIA DEL DISCO
Questa patologia relativamente comune della colonna vertebrale è la conseguenza dello spostamento, di un disco intervertebrale. A seguito di questa dislocazione, il rivestimento esterno del disco (anello) si rompe e una piccola porzione del nucleo polposo interno fuoriesce dalla propria sede. Ciò comporta la compressione del midollo spinale e dei nervi che da esso si dipartono (come il nervo sciatico), con la conseguente insorgenza di un dolore intenso, intorpidimento o debolezza della schiena. Assai di frequente l'ernia è associata a una pregressa degenerazione dei dischi intervertebrali dovuti all'età. Con il passare degli anni, infatti, questi perdono flessibilità, diventano fragili e rischiano di lacerarsi facilmente. Ma l'affezione può manifestarsi anche a causa di un'eccessiva attività fisica o di traumi meccanici (ad esempio il sollevamento di un peso eccessivo). Nella maggior parte dei casi, l'esame fisico è già sufficiente per fare una diagnosi di ernia del disco. Ma per confermare la diagnosi e accertare quali sono i nervi interessati, potrebbe essere necessario ricorrere anche a esami radiografici, Tac o risonanza magnetica. Nella maggioranza dei casi i sintomi migliorano dopo già uno o due mesi di trattamento conservativo, basato su riposo a letto, assunzione di analgesici, antinfiammatori e miorilassanti, cicli di fisioterapia, osteopatia o ginnastica posturale, massaggi, ossigeno-ozono terapia, fino all'intervento chirurgico per la rimozione dell'ernia nei casi più gravi.

- Fabrizio Leone -
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martedì 27 marzo 2018

PROTEZIONE A 360 GRADI CON L'ECHINACEA

PROTEZIONE A 360° CON L'ECHINACEA
L'echinacea appartiene alla famiglia delle Asteracee, la stessa della margherita e della camomilla, questa pianta erbacea perenneè originaria del nord america. I nativi americani la utilizzavano, per uso esterno, come rimedio in caso di ustioni e di ferite infette. Come antidoto per il morso di serpente e come antinfiammatorio.
Il genere echinacea comprende nove specie, ma le varietà conosciute e utilizzate in fitoterapia sono principalmente tre: la purpureas, i cui petali hanno delle tinte rosate, l'angustifolia, dalle foglie lanceolate, e la pallida.
I principi attivi contenuti in questo rimedio sono principalmente flavonoidi, come ruteoside, luteolina e canferolo, e derivati dell'acido caffeico, come l'acido cicorico. L'effetto terapeutico è dato dalla totalità dei numerosi principi, alcuni presenti in esigua quantità ma comunque importanti.
Le proprietà di questa pianta sono davvero stupefacenti, e spaziano dall'attività batteriostatica, a quella antivirale fino a quella fungistatica. Associata a queste viene riconosciuta all'echinacea una marcata attività immunostimolante. Questo effetto è portato sia da un aumento dell'attività di fagocitosi dei macrofagi e dei granulociti, aumentata fino ad una percentuale del 40 per cento, sia dall'incremento dell'attività linfocitaria.
Il momento migliore per utilizzare questo rimedio, per uso interno, è prima che arrivi l'inverno, che con le sue temperature più rigide porta con sè diversi malanni stagionali. Anche durante i periodi di stress che mettono a dura prova le difese del nostro organismo, l'echinacea può fornire un valido sostegno al nostro sistema immunitario.
Anche prevenire l'azione negativa dei virus silenti come l'Herpes Simplex, rientra nelle prerogative di questa pianta.
Inoltre può essere un utile rimedio anche in caso di infezioni  croniche delle vie respiratorie. Vista la sua azione antufunginea può essere utile assumere Echinacea anche in presenza di affezioni dell'apparato urogenitale, come nel caso di cistite e candida.
In farmacia si può assumere questo rimedio sotto forma di compresse o capsule, che contengono la droga essiccata e polverizzata, o in gocce, utilizzando l'estratto idroalcolico. Spesso in commercio sono presenti preparazioni che, oltre a questa pianta, forniscono anche l'azione sinergica immunostimolante di altri componenti, come fermenti lattici e zinco.
Sotto forma di unguenti e pomate, questo rimedio può essere utilizzato in caso di eczemi, psoriasi, eritemi e punture di insetto per via delle sue proprietà antinfiammatorie.
Inoltre diminuisce i tempi di guarigione delle ferite e delle ustioni, anche se infette, per via delle sue proprietà cicatrizzanti, dovute alla promozione di mucopolisaccaridi mesenchimali e di fibrociti, oltre ad accelerare la risoluzione di infezioni.
In definitiva questo magnifico rimedio può essere considerato un prezioso alleato del nostro benessere a 360 gradi.

- Fabrizio Leone -
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domenica 11 marzo 2018

FORZA E BENESSERE CON L'ALLENAMENTO CALISTHENICO

FORZA E BENESSERE CON L'ALLENAMENTO CALISTHENICO
L'obiettivo della ginnastica Calisthenica è quello di portare alla massima espressione il gesto atletico. In greco Kalos vuol dire "bello" e Sthenos "forza".
Questo genere di allenamento favorisce in modo notevole sia la prestazione fisico atletica sia il benessere globale risultando essere un'attività rinvigorente per chi la pratica con regolarità.
Il risultato non sarà un fisico esasperato, bensì una muscolatura nervosa, definita e scattante, capace di realizzare al meglio le skills (abilità) fondamentali dell'uomo.
Durante l'allenamento si darà quindi maggiore importanza alla qualità di esecuzione dell'esercizio, piuttosto che al numero di ripetizioni, serie o sovraccarico.
Questa ginnastica sfrutta principalmente il peso del corpo e la forza di gravità in un processo allenante che è per sua stessa natura un lavoro di tipo funzionale. Forte risulta essere l'ispirazione alla ginnastica artistica, l'unica sostanziale differenza è che la ginnastica calisthenica studia e analizza gli atteggiamenti del corpo inseriti all'interno di posizioni di forza isometriche, mentre la ginnastica artistica va oltre, studiando insieme alle posizioni statiche, i cambi di atteggiamento in volo e in movimento.
Occorre poi spendere molto tempo sull'analisi degli atteggiamenti fondamentali del corpo (chiuso, aperto, allineato), sulla mobilità articolare e sul potenziamento, e quindi sviluppare contemporaneamente queste tre fasi.
Ed è proprio tramite lo sviluppo di queste capacità condizionali e coordinative che il nostro corpo sarà in grado di realizzare verticali, orizzontali, volteggi, squadre, ma anche a saper salire su una sbarra o a effettuare esercizi di base agli anelli. Grazie alla propriocettività acquisita, tramite gli stimoli allenanti della preparazione per l'allenamento calisthenico si otterrà la possibilità di governare il corpo nello spazio in modo statico e dinamico. La ginnastica calisthenica di base può essere considerata un'evoluzione di quella funzionale, in quanto molti esercizi sono una diretta progressione di quelli presenti all'interno dei corsi Functional, in particolare Suspension Training, Body weight e Joint mobility.

- Fabrizio Leone -
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martedì 6 marzo 2018

LE REGOLE PER VIVERE FELICI SECONDO DOSHIN SO

LE REGOLE PER VIVERE FELICI SECONDO DOSHIN SO

Doshin So ha fondato lo Shorinji Kempo come mezzo mezzo educativo per rendere la società più pacifica, ed e' nato dalle tante verità che egli ha imparato nella sua esperienza. Include le tecniche modellate sui valori e il pensiero che mira a insegnare a vivere, così come le tecniche, che sono il metodo di allenamento e l' educazione fisica per mettere in pratica le tecniche.
Ciò che Dhosin So desiderava insegnare alle persone attraverso questo sistema organizzato era innanzitutto quello di rendere la propria vita più ricca e poi far sperimentare la gioia di essere utili a qualcuno o di fare qualcosa tra le persone che si conoscono.
Doshin So credeva fermamente che in seguito ciò avrebbe portato ad una vita più facile da vivere e ad una società traboccante di felicità.

- Fabrizio Leone -
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Per saperne di più su questa fantastica disciplina vai sul sito della Federazione Italiana Shorinji Kempo!!

www.shorinjikempo.it

Hai deciso di investire sulla tua salute? Che aspetti a prenotare una consulenza gratuita? Dopo 6 sedute riceverai in omaggio la mia t-shirt!!!

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