martedì 7 novembre 2017

FARMACI ORIGINALI O EQUIVALENTI?

A quanti di voi sarà capitato questo dubbio amletico! Prima della spedizione di ogni ricetta il vostro farmacista vi avrà fatto questa domanda:" Originali o equivalenti?"
Equivalenti, meglio di generici Perché dai produttori italiani il termine "generico" è stato giudicato squalificante, riduttivo. Suonerebbe come:"prendi l'originale o una copia qualunque?" E'una domanda necessaria per evitare ripensamenti. Richieste di cambi tardivi.
Il dubbio fra farmaco originatore - così la legge lo chiama - e off patent, il farmaco che ha perso l'esclusività del suo brevetto, rimane un passaggio di delicatissima negoziazione.
La risposta non è facile. Per esperienza sono possibili due tipi di approccio comunicativo. Uno "trasversale" e uno diretto, "scientifico". Il primo riguarda le "leve", le argomentazioni periferiche in base alle quali  il paziente può essere avviato a una decisione autonoma. Innanzitutto il prezzo. Le casse del servizio sanitario nazionale e quelle dei mutuati devono essere grati ai generici.
Le donne sono statisticamente meno propense degli uomini  a uscire dal binario del brand. Equivalente o generico che sia, va bene per il marito, eventualmente. Per loro stesse preferiscono quello "sicuro".
Un'altra leva è la similitudine della forma farmaceutica e le caratteristiche organolettiche che accomunano il farmaco originatore all'equivalente.
Una ulteriore argomentazione da sottoporre all'argomentazione del paziente è la diffusione dell'operazione di cambio. Il mercato del generico ha conquistato circa il 20% del mercato farmaceutico globale. Il Nord è in testa alla classifica: Trento, Lombardia e Emilia Romagna. Il Sud è più diffidente. Dal basso, Calabria, Basilicsta, Campania.
Inoltre bisogna tenere presente che in quasi la totalità degli ospedali italiani si utilizzano farmaci equivalenti.
I gastroenterologi non hanno difficoltà a suggerire la sostituzione. I cardiologi invece talvolta, esplicitamente, la vietano ai loro assistiti.
Infine vi è un deficit percepito di rassicurazione reale. Le documentazioni richieste per l'accreditamento di un equivalente sono di tipo quali-quantitativo e di biodisponibilità. Rispetto all'originale, l'equivalente deve possedere per legge gli stessi principi attivi e lo stesso grado di assorbimento nell'organismo.
I detrattori dell'equivalente si raccolgono sotto la bandiera di un non sufficientemente dimostrato effetto terapeutico e su questo dilemma si scontrano illustri pareri.
Il generico ha rappresentato una delle novità più rilevanti dell'attuale servizio farmaceutico, la vera rivoluzione nell'era del low cost.

- Fabrizio Leone -
Personal Trainer e Fisioterapista

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